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ITALIA


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MOSTRE - ROMA
musei e spazi espositivi


www.romacultura.it

www.ex-art.it



 




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Brescia
Museo di Santa Giulia e Area Archeologica
BRIXIA
Roma e le genti del Po. Un incontro di culture. III-I secolo a.C.
Dal 9 maggio 2015 al 17 gennaio 2016
http://www.bresciamusei.com
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/brixia.htm

La mostra è il racconto di una vicenda che ha la forza di una epopea. Una storia di scontri ma anche di incontri di civiltà, di sopraffazione e di profonda integrazione. Una epopea nella quale compaiono nomi che tutti abbiamo conosciuto sui libri di scuola: Annibale, Scipione, Emilio Lepido, Mario Silla, la Gallia Cisalpina, la Roma Repubblicana, ma anche di personalità che nulla hanno a che fare con campagne militari e battaglie, come quella di Catullo, il poeta.
E Brixia lo testimonia splendidamente con il suo Parco Archeologico, il più importante, esteso e conservato dell’intera Gallia Cisalpina, ovvero del nord Italia.

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Ferrara
Palazzo dei Diamanti
ORLANDO FURIOSO
Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi?
Dal 24 settembre 2016 all’8 gennaio 2017
tel. 0532/244949
Sito http://www.palazzodiamanti.it

Dal 24 settembre 2016, Palazzo dei Diamanti dedicherà una grande esposizione al capolavoro della letteratura italiana del Cinquecento, l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Concepito nella Ferrara estense e stampato in città nel 1516, il poema è uno dei capolavori assoluti della letteratura occidentale che da subito parlò al cuore dei lettori italiani ed europei.
A celebrarlo nel quinto centenario della sua prima edizione non sarà una mostra documentaria o di fortuna pittorica, bensì una vera e propria mostra d’arte che condurrà il visitatore in un affascinante viaggio tra le pagine del poema, tra battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi.
Curata da Guido Beltramini e Adolfo Tura, e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte, la mostra presenterà una selezione di capolavori dei più grandi artisti del periodo, da Giovanni Bellini a Andrea Mantegna, da Giorgione a Dosso Dossi, da Raffaello a Leonardo, da Michelangelo a Tiziano. Accanto a questi, sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità, faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il libro e raccontando sogni, desideri e fantasie di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui Ariosto fu cantore sensibilissimo.

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Genova
Palazzo Ducale
AUGUST SANDER
Ritratto del XX secolo
Dall’11 aprile al 23 agosto 2015
Sottoporticato, Palazzo Ducale
tel. 010/8171663 – 665 - 9868057
sito web http://www.palazzoducale.genova.it/august-sander/
sito web http://www.photographie-sk-kultur.de
Le oltre cento immagini selezionate suddivise in diverse sezioni offrono una panoramica sulla sua intera e variegata produzione: dagli scatti della sua serie più famosa “Uomini del XX secolo” – che offre uno spaccato della società del suo tempo non limitandosi a rappresentare personaggi famosi ma gli uomini di tutte le età, di tutte le classi sociali impegnati nelle più disparate occupazioni – ai numerosi altri progetti che realizzò durante la sua vita. La sezione Uomini del XX secolo è suddivisa in 7 sottosezioni che presentano varie categorie umane: I Contadini, Gli abili Commercianti, Le Donne, Classi sociali e Professioni, Gli Artisti, La Città, Gli Ultimi. Con “Studi, l’Uomo” egli approfondì la sua ricerca sul ritratto combinando dettagli di mani e volti in collage di grande formato. Nella fotografia di paesaggio tratteggiò il carattere di molte regioni e indugiò con l’obiettivo anche su dettagli geologici e botanici.

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Isola Bella (Lago Maggiore)
Palazzo Borromeo
LE ISOLE INCANTATE
Il Grand Tour e la pittura di veduta
Dal 20 marzo al 25 ottobre 2015
http://www.borromeoturismo.it
http://www.isoleborromee.it/

La mostra è stata l’occasione per un importante intervento di restauro voluto dai Principi. Ne è stato oggetto il gruppo di “Delizie”, ovvero di vedute settecentesche dei Domini Borromeo di mano di Francesco Zuccarelli. Il restauro, da poco concluso, ha restituito la primitiva leggerezza alle sette tele del maestro, opere dove l’attenzione documentaria si coniuga mirabilmente con l’allegoria, secondo il gusto dell’epoca. Per la mostra il curatore ha scelto di presentare esclusivamente quelle che raffigurano i Domini Borromeo sul Lago Maggiore, in coerenza con il tema dell’esposizione.
A coniare la definizione di “Isola Incantata”, riferendosi all’Isola Bella, fu Gilbert Burnet (1643-1715), un pastore anglicano che visitò l’Italia con un occhio molto critico nei confronti della censura ecclesiastica e delle forme di governo assolutista di molti stati italiani. Burnet fu uno dei primi viaggiatori a passare dall’Isola Bella, nel 1686, inaugurando idealmente la stagione delle immancabili tappe sul Lago Maggiore dei viaggiatori europei del Grand Tour. Un giudizio per certi versi premonitore, il suo, dato che il cantiere che trasformò alcuni scogli affioranti in quella meraviglia che è l’Isola Bella, era ancora all’inizio ma: “when all is finished, this place will look like an Inchanted Island “ egli preconizzò.
Da allora e sino ai tempi moderni, lo stuolo dei viaggiatori, e con essi, degli artisti che scesero ad ammirare l’Isola Bella e i Domini dei Principi Borromeo sul Lago Maggiore, è diventato ininterrotto, creando la fama di cui le Isole Borromee godono ancora nel mondo anglosassone e nordico in generale.

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Mantova
Palazzo Te
GUARDANDO ALL’URSS
Dal 30 maggio al 4 ottobre 2015
tel. 0376/323266
Sito http://www.palazzote.it/

L’iniziativa espositiva è una sorta d’indagine sulle relazioni, gli scambi e i "fuochi incrociati” tra arte italiana del secondo dopoguerra e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali, in una mostra di respiro internazionale e ricca di documenti poco o per nulla conosciuti al pubblico.
La mostra riconduce il visitatore agli anni della frontale contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone, di Dio ti vede e Stalin no. Gli anni in cui per metà degli italiani l’URSS era il mito, il paradiso della giustizia sociale e il demonio per l’altra metà.
Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi, Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca. Gli anni in cui lunghe code si formavano all’Hermitage per ammirare Guttuso.
Al centro di questa proposta inedita è infatti la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo assunto dall’iconografia realista nella sua diffusione e veicolazione.
L’iniziativa espositiva è una sorta d’indagine sulle relazioni, gli scambi e i "fuochi incrociati” tra arte italiana del secondo dopoguerra e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali, in una mostra di respiro internazionale e ricca di documenti poco o per nulla conosciuti al pubblico.
La mostra riconduce il visitatore agli anni della frontale contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone, di Dio ti vede e Stalin no. Gli anni in cui per metà degli italiani l’URSS era il mito, il paradiso della giustizia sociale e il demonio per l’altra metà.
Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi, Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca. Gli anni in cui lunghe code si formavano all’Hermitage per ammirare Guttuso.
Al centro di questa proposta inedita è infatti la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo assunto dall’iconografia realista nella sua diffusione e veicolazione.

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Milano
Palazzo Reale
LA GRANDE MADRE
Dal 26 agosto al 15 novembre 2015
tel. 02/8068821
http://www.fondazionenicolatrussardi.com
http://www.comune.milano.it/palazzoreale
http://www.fondazionenicolatrussardi.it/TGM_1.html

La mostra è il frutto di una collaborazione tra istituzioni pubbliche e private nella condivisione di un progetto che porta la grande arte contemporanea, anche nelle sue dimensioni più attuali e innovatrici, nello spazio espositivo più prestigioso della città, rappresentando l’evento di punta del calendario di Expo in città nel secondo trimestre di Expo 2015.
Attraverso le opere di oltre ottanta artisti internazionali, La grande madre analizzerà l'iconografia e la rappresentazione della maternità nell'arte del Novecento, dalle avanguardie fino ai nostri giorni.
Dalle veneri paleolitiche alle ‘cattive ragazze’ del post-femminismo, passando per la tradizione millenaria della pittura religiosa con le sue innumerevoli scene di maternità, la storia dell’arte e della cultura hanno spesso posto al proprio centro la figura della madre, simbolo della creatività e metafora della definizione stessa di arte. Archetipo e immagine primordiale, la madre e la sua versione più familiare di “mamma” sono anche stereotipi intimamente legati all’immagine dell’Italia.
La grande madre sarà una mostra sul potere della donna: partendo dalla rappresentazione della maternità, l’esposizione passerà in rassegna un secolo di scontri e lotte tra emancipazione e tradizione, raccontando le trasformazioni della sessualità, dei generi e della percezione del corpo e dei suoi desideri.

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Milano
Palazzo Reale
GIOTTO, L’ITALIA
Dal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016


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Napoli: Museo Archeologico Nazionale
Pompei Scavi: Anfiteatro
POMPEI E L’EUROPA 1748-1943
Dal 27 maggio al 2 novembre 2015
Tel. 081/4422149
sito web http://mostrapompeieuropa.it/it/home.html

Le suggestioni che da sempre ha evocano Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 24 agosto 1943, è il tema della mostra che si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia.
Una riscoperta davvero eccezionale e rivoluzionaria quella di Pompei la cui quotidianità, sconvolta dalla terribile eruzione del 79 d.C., viene rievocata e riportata alla luce direttamente nello spazio dell’Anfiteatro, dove si snoda il secondo itinerario della mostra.

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Riva del Garda (Trento)
Museo Alto Garda
SEGANTINI E ARCO
Dal 29 marzo al 31 dicembre 2015
Tel. 0464/583653 - 573869
http://www.museoaltogarda.it
http://www.museoaltogarda.it/it/mostre/temporanee/exhibits/exhibit/arco_come_luogo_segantiniano

Come Segantini, Prati e Malfatti furono chiamati a rappresentare la cultura figurativa del Trentino alle grandi esposizioni nazionali di Milano, Torino, Firenze e Roma (1883), e poi Venezia, dal 1887.
Le opere di questi autori offrono, insieme a quelle dei veneti Alessandro Milesi e Antonio Rotta, uno scorcio della produzione pittorica coeva a quella di Segantini. Ad esempio, Il ritratto di Andrea Malfatti (1874) di Eugenio Prati e l’Autoritratto all’età di vent’anni (1879) di Segantini mostrano lo stesso piglio romantico e un po' bohemien, condividono una freschezza espressiva, ligia al verismo accademico ma che allo stesso tempo è espressione di un carattere fiero, romantico, per quello sguardo tutto proiettato verso il futuro.
Segantini, Prati, Grubicy e Bezzi assegnano al paesaggio il ruolo di tramite espressivo di una liricità destinata a evolvere in direzione simbolista, come ne La Poesia della Montagna, dipinto da Prati nel 1903, quasi un omaggio al grande maestro, da poco scomparso (Segantini era morto nel 1899). Questi artisti condivisero, seppur con modalità differenti, la trasformazione del linguaggio figurativo ottocentesco dalle istanze realiste a quelle simboliste, per raggiungere quell’“arte dell’avvenire”, per usare le parole di Segantini, dove “il vero è dentro l’anima e fa parte dell’idea”.
Non a caso le sculture commemorative di Segantini, ad Arco come a Saint Moritz, furono affidate a Leonardo Bistolfi, il più grande scultore del Simbolismo italiano, qui rappresentato da una placca allegorica in bronzo (1906-07) e da un bozzetto in gesso de L’alpe (1908), il grande monumento a Segantini a Saint Moritz.

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Torino

Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana

Cinema Massimo

CINEMA NEOREALISTA

Lo splendore del vero nell’Italia del dopoguerra

Dal 4 giugno al 29 novembre 2015

http://www.museocinema.it/

 

A settant’anni dalla folgorante apparizione di Roma città aperta di Roberto Rossellini, il neorealismo continua a essere la stagione più conosciuta, amata e influente della storia del cinema italiano.

Attraverso fotogrammi e sequenze di film, documenti, manifesti, materiali pubblicitari, testi e sceneggiature originali, frammenti d’interviste, note di produzione, lettere e dichiarazioni, la mostra propone un'originale rilettura di quell’esperienza seminale, percorrendone le tappe più significative: dall’influenza di alcune esperienze anticipatrici degli Anni Trenta e dei primi Anni Quaranta (il Renoir di Toni, i film di De Robertis), alle figure centrali del neorealismo (Rossellini, De Sica, Visconti, Lattuada, De Santis, Lizzani), ai principali collaboratori (gli sceneggiatori come Suso Cecchi D’Amico, Sergio Amidei e Cesare Zavattin), per giungere sino all’eredità neorealista rintracciabile in numerosi film di autori del cinema contemporaneo di tutto il mondo.

La mostra accompagna il visitatore in un viaggio che parte dai prodromi di questa “rivoluzione” estetica, ben oltre il periodo specifico della sua attinenza. Perché il neorealismo ha condizionato profondamente lo sguardo del cinema, portando la ricerca del vero ad una purezza mai raggiunta prima. Se il neorealismo non è stato un movimento organico, è stato sicuramente una scuola nel senso più puro del termine, che ha imposto un preciso sguardo morale sul reale, pur declinandolo in un ricco registro di sfumature. La mostra mette in evidenza proprio questa pluralità, per cui ogni regista è espressione della sua poetica personale.

Il percorso espositivo si sviluppa all’interno dell’Aula del Tempio, cuore del Museo Nazionale del Cinema, e presenta una varietà di materiali unica nel suo genere: oltre 180 tra fotografie e documenti, 15 manifesti, 23 monitor che ripropongono sequenze tratte da 55 film intervallate da documenti, interviste e foto, alle quali si affiancano 8 interviste esclusive.

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Torino
Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana
Cinema Massimo
CINEMA NEOREALISTA
Lo splendore del vero nell’Italia del dopoguerra
Dal 4 giugno al 29 novembre 2015
http://www.museocinema.it/
A settant’anni dalla folgorante apparizione di Roma città aperta di Roberto Rossellini, il neorealismo continua a essere la stagione più conosciuta, amata e influente della storia del cinema italiano.
Attraverso fotogrammi e sequenze di film, documenti, manifesti, materiali pubblicitari, testi e sceneggiature originali, frammenti d’interviste, note di produzione, lettere e dichiarazioni, la mostra propone un'originale rilettura di quell’esperienza seminale, percorrendone le tappe più significative: dall’influenza di alcune esperienze anticipatrici degli Anni Trenta e dei primi Anni Quaranta (il Renoir di Toni, i film di De Robertis), alle figure centrali del neorealismo (Rossellini, De Sica, Visconti, Lattuada, De Santis, Lizzani), ai principali collaboratori (gli sceneggiatori come Suso Cecchi D’Amico, Sergio Amidei e Cesare Zavattin), per giungere sino all’eredità neorealista rintracciabile in numerosi film di autori del cinema contemporaneo di tutto il mondo.
La mostra accompagna il visitatore in un viaggio che parte dai prodromi di questa “rivoluzione” estetica, ben oltre il periodo specifico della sua attinenza. Perché il neorealismo ha condizionato profondamente lo sguardo del cinema, portando la ricerca del vero ad una purezza mai raggiunta prima. Se il neorealismo non è stato un movimento organico, è stato sicuramente una scuola nel senso più puro del termine, che ha imposto un preciso sguardo morale sul reale, pur declinandolo in un ricco registro di sfumature. La mostra mette in evidenza proprio questa pluralità, per cui ogni regista è espressione della sua poetica personale.
Il percorso espositivo si sviluppa all’interno dell’Aula del Tempio, cuore del Museo Nazionale del Cinema, e presenta una varietà di materiali unica nel suo genere: oltre 180 tra fotografie e documenti, 15 manifesti, 23 monitor che ripropongono sequenze tratte da 55 film intervallate da documenti, interviste e foto, alle quali si affiancano 8 interviste esclusive.

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