MEDITERRANEA
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OSSERVATORIO DEL MEDITERRANEO
ROMA - “Dialogo e cooperazione tra
Occidente ed Oriente per combattere le crisi che in questi ultimi tempi
sembrano colpire con accresciuta violenza le relazioni tra occidente e
Islam, in particolar modo a seguito della vicenda delle vignette, la
possibile minaccia atomica nel Golfo, il recente cambiamento politico
nel Medio Oriente. Ripensare quindi alla potenzialità di un partenariato”.
E’ il sentire comune, che ultimamente viene sempre più dibattuto, di
politici, diplomatici, rappresentanti delle istituzioni e giornalisti.
Il Vice-Presidente della Commissione Europea, Franco Frattini, nel corso
della conferenza di presentazione delle iniziative per il 2006
dell'Osservatorio del Mediterraneo, di cui è presidente, ha evidenziato
che “il dialogo non deve riportare soltanto ad una proposta di intenti,
ma soprattutto alla ferma volontà di voler sostenere tra le due rive del
Mediterraneo uno sviluppo condiviso nel campo economico-commerciale,
un’intesa a livello di relazioni politico-diplomatiche, una migliore
strategia di comunicazione e informazione e le mai dimenticate radici
comuni rievocate dalla storia”. L’incontro dal tema ''Riparte il dialogo
euromediterraneo: diritti fondamentali, reciprocità e nuova metodologia
di partenariato”, è stato organizzato anche da AnsaMed e si è tenuto
nella sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma.
Per l’ex Ministro degli Affari Esteri “vi è la necessità di ripensare,
in concreto, ad una nuova cooperazione euro-mediterranea, che sui
principi di quel partenariato aperto per la prima volta a Barcellona nel
1995, riproponga – fuori e dentro l’Europa – una nuova metodologia di
cooperazione: “impegnata nell’ascolto, nella riscoperta di valori
fondanti come la libertà di espressione, nel rispetto reciproco delle
diversità culturali e religiose, ma a partire da una dimensione comune e
condivisa, quella dei diritti fondamentali”.
Per portare avanti queste idee l'Osservatorio del Mediterraneo, fondato
proprio per iniziativa di Frattini l’11 novembre del 2004, ha previsto
degli incontri, nelle principali città italiane, che puntano a mettere
meglio in luce i problemi strategici, gli aspetti economici e la
preparazione dei più giovani ai dibattiti politici. Attraverso queste
iniziative si riuscirà a capire meglio la complessità del mondo islamico
contemporaneo e si potrà stabilire un canale di dialogo che si prefigge
di ricostruire le condizioni in cui le due culture, araba ed europea,
tornino a vivere la stagione di scambi culturali.
“Si tratta di sette conferenze – ha evidenziato l’on. Frattini - per
passare dalla tolleranza e dal multiculturalismo puro e semplice, al
partenariato occidente-islam che devono lavorare insieme. È evidente che
i pensatori di questo nuovo islam riformista potranno portare la loro
voce qui in Italia, e sconfiggere definitivamente chi pensa alla guerra
di religione. Sono cristiano cattolico e credo che la nostra identità
vada difesa ed affermata, ma questo vada fatto ascoltando le ragioni
dell’altro per trovare dei punti in comune. Ricordo a me stesso, come si
dice di solito, che una delle prime visite del Santo Padre Benedetto XVI
ha conciso con un incontro con le comunità musulmane a Colonia, segno di
quanto sia importante il dialogo tra le religioni”.
Il programma intitolato “I nuovi pensatori dell’Islam”, porterà davanti
al pubblico italiano alcuni pensatori musulmani contemporanei che, eredi
della filosofia dei grandi del passato, proporranno una lettura aperta,
chiara e riformista del messaggio prestigioso dell’Islam, così da
riportarlo ad una visione più costruttiva quale ha saputo essere in
passato.
Prevista anche l’iniziativa dei “dibattiti strategici”, che proporrà
agli esperti di studi strategici, ai dottorandi, alla stampa settoriale,
ma anche ad un pubblico più ampio, una riflessione sulle grandi
problematiche strategicheche si pongono nello spazio euro-mediterraneo.
Ci sarà anche “Orizzonte 2010: prospettive e strategie socio economiche
della cooperazione euro-mediterranea” che si propone di far emergere due
punti di vista sui temi dell’industria, nuove tecnologie, ricerca,
cooperazione bancaria, regolamentazione, immigrazione e integrazione.
Avrà lo scopo di rivelare delle strategie comuni di cooperazione
euro-mediterranea in una visione di prospettiva.
Infine “Il Parlamento euro-mediterraneo dei giovani” che si intende
invitare in un Parlamento nazionale, o presso la sede del Parlamento
Europeo, un numero di ragazzi dell’area euromediterranea perché possano
partecipare alla simulazione di una seduta parlamentare, discutendo e
votando.
Riguardo l’integrazione dei giovani dei Paesi arabi, Frattini ha detto:
“Sostengo l’azione del Ministro Pisano e di quella parte della Consulta
Islamica che ha scelto l’approccio moderato. Noi non possiamo immaginare
che le scuole islamiche siano una soluzione per dividere, devono essere
una soluzione per integrare giovani nella società italiana”.
Le parole del Presidente dell’Osservatorio del Mediterraneo hanno
trovato concordi tutti gli ospiti che hanno partecipato all’incontro,
moderato dal direttore di Ansamed, Pierluigi Magnaschi, dal Direttore
generale dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente della Farnesina,
Riccardo Sessa, al Presidente dell’Ice, Umberto Vattani, al presidente
dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, Gherardo Gnoli, al
Direttore generale dell’Osservatorio del Mediterraneo, Mohamed Aziza.
Tutti hanno espresso la convinzione che oggi più che mai è necessario
rilanciare il dialogo euromediterraneo, un’urgenza attuale considerate
le crisi che in questi ultimi tempi sembrano aver colpito con
accresciuta violenza le relazioni tra occidente e Islam, soprattutto in
seguito alla vicenda delle vignette satiriche.
“Ricordo che sono stato il primo in assoluto in Europa, a settembre, a
dire che la pubblicazione delle vignette – è stato il commento di Franco
Frattini – è stato un atto imprudente e sbagliato, fermo restando che la
libertà di stampa e di espressione è un diritto, che si richiama alla
Carta dei diritti fondamentali. Ciascun giornalista sa che il proprio
senso personale di responsabilità non si impone per legge, o c’è o non
c’è. Sono contro le leggi che limitino la libertà di espressione, ma
sostengo che ognuno prima di dire deve pensare se per caso quello che
sta per dire non offende la libertà religiosa o la cultura di un altro”.
Clara Salpietro
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