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Abitare: non solo casa
di Gianleonardo Latini
Per lungo tempo, la casa ha rappresentato il punto
di arrivo di un percorso di stabilizzazione sociale, simbolo di
radicamento e sicurezza conquistata. Oggi, però, l’abitare si è
trasformato: la casa non è più solo una meta, ma spesso diventa il punto
di partenza per costruire nuove opportunità di vita.
Rientrare in un luogo protetto è il primo passo per ricostruire
un’esistenza segnata dalla precarietà. Per chi vive senza dimora, anche
il semplice passaggio dalla strada a un dormitorio può segnare un
tentativo di ripartenza, ma il percorso è tutt’altro che lineare: privi
di una casa, si rischia di perdere anche il diritto a sognare e
progettare il futuro.
Nel suo Breve storia della vita privata, Bill Bryson esplora
l’evoluzione dell’abitare attraverso le stanze di un’ex canonica,
offrendo una prospettiva storica sulle trasformazioni delle abitazioni e
dei modi di vivere. Allo stesso modo, questa mostra fotografica propone
un viaggio visivo nelle diverse forme dell’abitare, dalle più precarie a
quelle che offrono sostegno e stabilità.
Si parte dal concetto di giaciglio, il rifugio più essenziale per chi
vive ai margini, per poi attraversare le case famiglia, le case
popolari, le realtà dell’hosting, fino alle contraddizioni della crisi
abitativa e della speculazione sugli affitti brevi. Abitare è un diritto
spesso negato, in un contesto in cui il mercato immobiliare e le
politiche urbane trasformano gli spazi in merce, rendendo sempre più
difficile l’accesso a una casa dignitosa.
Accanto a queste realtà, esistono strutture che offrono supporto a chi
cerca una sistemazione, come il Punto Abitare – Sportello Capitolino di
Segretariato Sociale, pensato per fornire assistenza e orientamento. Al
tempo stesso, emerge la necessità di ripensare gli spazi protetti per
coloro che non tollerano ambienti chiusi e scelgono soluzioni più
flessibili, come una tenda che si monta di sera e si ripone nello zaino
al mattino, o l’ancor più vulnerabile rifugio di un sacco a pelo.
Questa mostra è una versione ampliata e arricchita di quella allestita a
Lugano nel 2024 e raccoglie il lavoro di fotografi che hanno esplorato
l’abitare nelle sue molteplici forme: Monica Barberini, Michele Biondi,
Eleonora Del Brocco, Silvana Di Stefano, Marco Gianinazzi, István Stefan
Gyalai, Gianleonardo Latini, Luigia Martelloni, Maria Pia Michieletto,
Olivier Paravel, Maria Luisa Passeri, Daniela Passi, Maria Luisa
Paolillo, Graziella Reggio, Barbara Schaefer, Arianna Tedesco e Victoria
Thomen.
Le immagini, sia documentaristiche sia rielaborate con tecniche diverse
o tratte da video, offrono una visione che oscilla tra la cruda realtà e
una dimensione onirica, spingendo a riflettere sulla casa non solo come
spazio fisico, ma come diritto, possibilità, sogno e, talvolta,
negazione.
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