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oltre l'arte n. 1
gennaio - aprile 2001
Beni Culturali - Teatro
bordline contemporanea beni culturali

Roma
Teatro Brancaccio
dal 3 al 21 gennaio 2001
"DRAMMA DELLA GELOSIA"

diretto da Gigi Proietti

con Pino Quartullo, Sandra Collodel e Edoardo Leo

via Merulana, 244
Informazioni: tel. 06/4870614

dal 23 gennaio al 4 marzo
Lugano, Termoli, varie città dell'Abruzzo (è una produzione del Teatro Stabile di quella regione) e poi Bari e Bologna


LOTTA DI CLASSE E CRISI DELLA COPPIA NELLA ROMA DEGLI ANNI ’70

Esattamente trent’anni fa Ettore Scola diresse un trio di celebratissimi attori – Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini – in una tipica "commedia all’italiana" firmata con Age e Scarpelli.
Si trattava del Dramma della gelosia (Tutti i particolari in cronaca), una felice ed acuta riflessione di cui, forse, autori, interpreti e spettatori, nel 1971, non compresero interamente la portata, sulla condizione esistenziale, sentimentale e politica della classe operaia del tempo.
Oreste, Adelaide e Nello sono tre figure cristallizzate in un momento storico lontano, prigioniere di "gabbie" ideologiche in cui ritengono di trovare la soluzione alle proprie crisi, anche quelle personali, sofferenti di quel senso di alienazione che non funestava soltanto gli esponenti della borghesia, ma anche – si scopriva – il sottoproletariato.
Riprendere questo testo è stata una sfida stimolante per Gigi Proietti che, per tradurre la pellicola in uno spettacolo teatrale – musicale, è ricorso ad un’invenzione scenografica semplice ed efficace che rende ben 59 cambi scena: un grande muro che crolla, si frantuma e si muta, di volta in volta, in casa popolare, strada, luogo in cui si svolge un comizio, pizzeria, etc.
"Quando il Dramma della gelosia fu concepito – spiega il regista – si raccontò il contemporaneo, oggi il muratore quarantenne, la tormentata fioraia, entrambi compagni romani ed il giovane pizzaiolo toscano con simpatie maoiste non hanno più posto nella società, li si può ascoltare ed osservare, dilaniati dai dubbi e dalla forza delle passioni, con nostalgia e tenerezza".
I due interpreti principali (Pino Quartullo e Sandra Collodel) costituiscono una coppia assai affiatata sulla scena, in grado di gestire sapientemente le acrobazie lessicali dell’opera – Oreste ed Adelaide, infatti, comunicano fra di loro mescolando sdolcinati termini da fotoromanzo, dialettica "sezionista" comunista e, con effetti irresistibilmente comici, linguaggio "ciovile", manifestazione di disagio sociale e di aspirazione al mondo borghese che sperimenta la psicanalisi, i corsi d’inglese ed il menages a trois – e di mostrare senza veli i tragici effetti di una diatriba sentimentale nella vita di esseri umani fragili, depressi, commoventi, pateticamente soli, volti a cercare conforto nel credo politico.
Il militante storico, accortosi che la propria donna si è innamorata del ragazzo portatore di nuove sfumature ideologiche, arriva, infatti, a domandarsi, con la medesima terminologia usata con i compagni: "Può una sofferenza d’amore essere collegata ad una sofferenza di classe?".
Se al pubblico romano apprezzare il Dramma della gelosia riesce più agevole grazie all’utilizzo della parlata popolare, altrettanto si può immaginare, in genere, dei "ragazzi del ’68", ma Proietti, facendo appello alla curiosità delle nuove generazioni, ipotizza un riscontro anche presso i giovanissimi interessati a conoscere una fase incandescente della nostra storia recente.

Simona D’Alessio