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Beni Culturali - Storia Curiosità Miti e Leggende
INDICEsommario



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Il magico e il sacro a Trastevere ricordando la peste

A Trastevere il “magico” e il sacro” sono buoni vicini di casa, forse perché, nel 1600, fu dichiarata zona off-limits e furono alzati muri per evitare che la peste si diffondesse da quel Rione a tutta Roma.
Trastevere restò isolata per più di un anno e la peste uccise più di 1.500 persone.
A piazza san Callisto in un ex convento, ora diviso in appartamenti, ogni dieci giorni il primo piano si affolla di presenze fantastiche e turbolenti.
A fianco la chiesa di san Callisto, non sempre visitabile, edificata sui resti della casa del nobile romano Ponziano dove Callisto trovava ospitalità per pregare con altri fedeli e dove, nel '200, trovò il martirio per affogamento nel pozzo tutt’ora esistente. La chiesa fu costruita tra il sesto e il settimo secolo e venne modificata varie volte. L’impianto, infatti, è cinquecentesco, a pianta rettangolare con due cappelle laterali che racchiudono due angeli attribuiti al Bernini.
Poco lontano, verso san Gallicano, vicolo Mazzamurelli è la strada dedicato ai folletti e agli spiriti bizzarri e non maligni, che fanno apparire e scomparire gli oggetti dentro casa (una sorta dl poltergeist, insomma). La tradizione popolare narra che in questa piccola stradina, affacciata su viale Trastevere, viveva un mago che esperto in riti satanici; molti, ancor oggi, evitano di passarci.
In via san Francesco a Ripa, nell’attico di un severo palazzo, di notte, si sentono spesso passi e rumori. Oltrepassata santa Maria in Trastevere e san’Egidio, troviamo santa Maria della Scala nell’omonima piazza, una chiesa tardo rinascimentale che custodisce l’immagine “miracolosa” della Madonna col bambino che prima adornava la scala di una casa adiacente: di qui il nome.
La chiesa, all’interno, è adornata con varie, sculture e dipinti: due angeli attribuiti al Bernini (come a san Callisto), pitture di Luca de Haye e una Madonna con bambino dl Giuseppe Cesari detto Cavalier d’Arpino. La chiesa, nel periodo della Repubblica romana, fu adibita a ospedale: qui morirono Luciano Manara e Andrea Aguyar detto il moro dl Garibaldi.
Adiacente alla chiesa la più antica delle farmacie romane esistenti, gestita dai Carmelitani scalzi. Arredi originali al primo piano, mentre il locale a pianterreno è stato modernizzato, pur conservando ceramiche e urne con antichi rimedi come l’antico polifarmaco la theriaca o triaca, un composto di varie erbe e teste di vipere conservate nel miele, perfezionato da Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, per guarire i morsi dl serpenti velenosi.
Preziosi gli erbari, come quello di fra’ Basilio, famoso erborista del 1700, nel quale sono raccolte 230 varietà di erbe essiccate e minuziosamente descritte con calligrafia di rara finezza, notevoli i mobili settecenteschi con mille cassetti, contenenti le polveri medicamentose, sono visibili chiedendo il permesso ai frati.
Attraversando, a mezzanotte, ponte Sisto, si può avere la fortuna di incontrare il cocchio nero dell’avida Donna Olimpia, cognata dl papa Innocenzo X che, lasciando una scia dì fuoco, si reca al bagno notturno nel fiume, nella sua casa di Trastevere.

Gianleonardo Latini
da il manifesto – cronaca romana
del 21 agosto 1986