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Beni Culturali - Storia Curiosità Miti e Leggende
INDICEsommario





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Roma

San Giuseppe alla Lungara
via della Lungara, 45
tel: 0039 06 68803169

Sito 060608



Il Buon Pastore
via della Lungara,
Casa Internazionale delle Donne



San Giacomo alla Lungara
via della Lungara,
tel. 0039 06 6869017 - 06 6875758

Sito 060608

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Una Lungara di chiese

Via della Lungara è una lunga strada che corre parallela ai Lungotevere anche se a un livello più basso, indice del piano di calpestio anteriore alla costruzione dei muraglioni a fine '800. Unisce la Porta Santo Spirito, già delle mura Leonine e ricostruita, ma incompleta, da Antonio da Sangallo il Giovane per ordine di Papa Paolo III con la Porta Settimiana già parte delle mura Aureliane.
La zona del Rione Trastevere attraversata, poco urbanizzata, era fuori delle mura finché nel 1642 Papa Urbano VIII Barberini fece costruire un lungo tratto di mura di tipo moderno che avrebbero unito quelle del Trastevere a quelle della città Leonina; la zona tra il Tevere e il Gianicolo, dove correvano le nuove mura, entrò a far parte del Rione anche se poco abitata a parte alcuni edifici di conventi, il Palazzo Riario, poi divenuto Corsini, la Villa Chigi ora nota come Farnesina ed infine tre chiese.
La prima, San Giuseppe, fu costruita intorno al 1730 per opera dell'architetto Rusconi Sassi e a cura della Congregazione dei Padri Pii Operai che trenta anni dopo edificarono l'attiguo convento. La facciata, molto semplice, ha due ordini separati da un marcapiano e sostenuti da paraste con capitelli ionici; l'interno è ottagonale con una volta ricostruita e decorata a fine '800. L'altare maggiore e i due altari laterali contengono dipinti della seconda metà del '700 di non celebri autori con l'eccezione del più noto Nicolò Ricciolini. Nella sacrestia è sistemato un busto marmoreo di Clemente XIII del 1715 proveniente da un'altra chiesa.
Più avanti, dall'altra parte della strada, c'è la piccola chiesa di San Giovanni in Settimiana, dal nome della vicina Porta, affidata ai Francescani. Sembra sia di origine antichissima ed è citata in una bolla del 1198 di Papa Innocenzo III. Nel '600 fu edificato un monastero femminile successivamente demolito quando furono costruiti i muraglioni. La facciata è a due piani scanditi da quattro paraste, si accede all'interno con una breve scalinata mentre è seminascosto il piccolo campanile risalente al XIII secolo. L'interno è a una navata con volta a cassettoni e ospita tre altari, sul maggiore una pregevole tela rappresentante San Giacomo di G.F. Romanelli; sui laterali opere di anononimi settecenteschi. Un vero tesoro è costituito dalla “Memoria Merenda” piccolo monumento funebre a parete, opera del Bernini, rappresentante uno scheletro che tenta di socchiudere un drappo funebre.
La terza chiesa è visibile solo dall'esterno perché sempre chiusa, forse non più consacrata; il nome ufficiale è Santa Croce delle Scalette ma è nota come Buon Pastore; fu costruita nel primo '600 e faceva parte di un più ampio complesso, il Monastero delle Pentite destinato ad accogliere donne che volevano riparare ai loro peccati, generalmente carnali, secondo la massima preoccupazione della Chiesa allora e anche dopo. In epoca successiva ospitò, regolarmente separate “Penitenti”, “Condannate” e “Preservate”.
Dopo la presa di Roma fu per qualche tempo carcere femminile finché finì al Comune di Roma che dagli anni settanta la destinò a sede di gruppi femministi che tutt'ora gestiscono il grande edificio. La facciata della chiesa è a due piani divisa in tre parti, portale e due nicchie laterali, timpano triangolare con finestrone. L'interno è a una navata ed ospitava, o ospita?, alcuni dipinti abbastanza moderni e di non gran pregio ma questo è il massimo che si può dire di questo edificio. Forse rivolgendosi al Vicariato si potrebbero avere notizie sulla proprietà della chiesa, se è ancora officiata, se è visitabile.

Roberto Filippi