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2005

Bordline - Riflessioni
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Sommario


LE RIFLESSIONI DI MARCO






 

CATTIVI MAESTRI IN RETE 

Cercavo alcune foto d’epoca per un articolo e sono entrato per caso in un sito neofascista, dove in effetti c’erano le immagini e i filmati che cercavo, ma anche ben altro. Non voglio darne l’indirizzo per non fargli pubblicità, ma proprio per questo è bene darne una descrizione puntuale. Oltre al video della decapitazione di un ostaggio americano, si possono scaricare simpatiche suonerie per cellulari (All’armi, Faccetta nera, Giovinezza, l’inno della Xma MAS), ma anche I protocolli dei savi anziani di Sion, noto falso storico antisionista, qui presentato dalla frase: “Ecco la verità sulla razza ebraica!”, il romanzo Il signore della svastica, il saggio Non colpevole a Norimberga di Carlos W. Porter. Ma il bello è nell’area mista: non solo le cartoline del Terzo Reich e i francobolli della RSI, ma pure il videogame Ghetto Blaster, di cui leggo la presentazione ufficiale: “Ghetto Blaster: simpaticissimo gioco nazionalsocialista. Gli obiettivi da distruggere sono ebrei, zingari, negri, ecc. I bonus sono rappresentati da sempre bene accètte svastiche che quando si prendono fanno scattare uno strepitoso Siegh Heil del tempo!” Ora, a parte l’ignoranza (Siegh invece di Sieg), è legittimo chiedersi come mai si permetta a un sito simile di esistere. Passi per gli articoli per collezionisti, passi per le suonerie dei cellulari – è folklore - ma vale la pena di portare gli studenti dei licei romani a visitare Auschwitz, per poi chiudere un occhio su un sito che insegna l’odio razziale in modo così sfacciato? Dove stavano tutte le organizzazioni democratiche che da sessant’anni si sono poste il compito di trasmettere una memoria ed evitare il revisionismo storico? Questo sito è frequentato solo da persone già convinte delle proprie idee, ma l’accesso è pubblico.

Ma il problema è molto complesso, investe la trasmissione della memoria collettiva. Memoria che va trasmessa e alimentata, ma non è mai estranea a visioni di parte, omissioni, rimozioni. Ero anch’io convinto del famoso bando di Kappler, nel quale nel 1943 s’invitavano i partigiani di via Rasella a consegnarsi. Bene: ne L’ordine è stato già eseguito, a cura di Sandro Portelli, si dimostra che quel bando non è mai esistito.

Un esempio di rimozione è stata invece la brutta storia delle foibe, saltata fuori solo ora e diffusa attraverso una fiction televisiva che nulla spiega del micidiale concorso di lotta di classe e scontro etnico che portò all’espulsione di istriani e dalmati. Ma se non avessi fatto la naja a Trieste, dell’esodo istriano nulla avrei saputo, mentre su quello dei palestinesi tutti sanno tutti. Come si vede, trasmettere una memoria richiede un apparato ideologico e materiale efficiente e imparziale. L’informazione scientifica dev’essere infatti attendibile e completa. Solo che sulla completezza c’è molto da scrivere. Lacio drom è una rivista molto seria che in diciott’anni è riuscita a parlare di zingari senza mai nominare la parola furto. Allo stesso modo, nel sito di Al Jazeera si vedono sempre le foto dei civili rimasti uccisi e mai quelle di chi è morto col fucile in mano. Ma attenzione: si tratta di documenti autentici. Forniscono al lettore dati parziali, ma non falsi. Il falso presuppone un’intenzione precisa, razionale, che travalica l’omissione cosciente ed ha facile preda nell’ignorante. Io ho studiato storia moderna e so bene che i Protocolli dei sette savi di Sion sono un falso storico confezionato in ambiente zarista alla fine del XIX secolo (anche se viene ristampato continuamente p.es. in Arabia saudita). Ma un adolescente privo di senso storico e di cultura politica li prende senz’altro per buoni. Il Papa ha proprio l’altra settimana trasmesso la lettera pastorale su Internet, dove viene compresa appieno l’importanza della rete. Diffusa via rete, un’opinione diventa qualcosa di più che un parere personale, e visto che in rete spesso si naviga da soli e senza una mediazione culturale – i motori di ricerca sono bravi quanto miopi – è proprio il navigatore inesperto che va protetto. Ci si allarma per la pornografia, ma poco per l’ideologia. E’ chiaro a questo punto che lo sviluppo dello spirito critico – a scuola e fuori – deve tener conto anche dei nuovi mezzi di comunicazione. E’ proprio quello che Sua Santità ha capito prima dei laici progressisti.

Marco Pasquali
7 marzo 2005