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Beni Culturali - Restauri
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Padova
Chiesa degli Eremitani
Cappella Ovetari

Informazioni:
Tel. 049/2010023
www.andreamantegna2006.it


 

UN MANTENGA SUPERSTITE

L’11 marzo 1944 Padova fu sottoposta ad un duro bombardamento da parte di formazioni di bombardieri inglesi, tra i tanti edifici colpiti vi fu la Chiesa degli Eremitani situata vicini alla più nota Cappella degli Scrovegni dipinta da Giotto e rimasta illesa. Nella Chiesa degli Eremitani vi era una Cappella affrescata dal Mantegna: la Cappella Ovetari la cui decorazione fu affidata da Antonio Ovetari, e poi dalla sua vedova, sin dal 1448 ad un gruppo di artisti: Nicolò Pinzolo, Antonio Vivarini, Giovanni d’Alemagna ed il giovane Andrea Mantegna. Decessi ed abbandoni ridussero il gruppo al solo Mantegna che, operando con la collaborazione di Ansuino da Forlì e Bono da Ferrara, completò la decorazione della Cappella che copriva volta, abside e pareti; a lui sono attribuiti i Santi Pietro, Paolo e Cristoforo in tre vele dell’abside, l’Assunta nella parete di fondo e Storie di San Giacomo e San Cristoforo nelle pareti laterali. Il ciclo di affreschi è datato tra il 1449 e il 1457. Purtroppo il bombardamento ha infierito sulla Cappella di cui restano intatti alcuni riquadri perché staccati già alla fine dell’800 e conservati altrove in particolare l’Assunta e il Martirio di San Cristoforo. Subito dopo la distruzione furono raccolti tra le rovine 80.000 frammenti e sin dal 1945 un gruppo di restauratori coordinati da Cesare Brandi è intervenuto sulla Cappella; in poco più di un anno è stata ricostruita e molti frammenti sono stati riassemblati e riposizionati sulla parete sud mentre sulla nord e sull’abside non è stato possibile. I frammenti di affresco non sistemati, ammontanti a molte decine di migliaia, sono stati rinchiusi in speciali casse e conservati presso il Museo Civico Recentemente le locali Università e Soprintendenza con l’appoggio finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha investito 950.000 Euro, hanno deciso un intervento innovativo sulla Cappella. Grazie a sofisticate tecniche informatiche si cercherà di ripristinare la parete sud ricreando l’immagine degli affreschi mediante foto digitale a grandezza naturale ed applicandovi tutti i frammenti identificabili restituendo così al visitatore l’aspetto della Cappella quale era all’epoca di Mantegna; contemporaneamente si interverrà anche sulla parte architettonica abbassando il piano di calpestio ed eliminando i gradini d’accesso aggiunti in epoca posteriore e spostando l’altar maggiore nella posizione originaria da cui era stato rimosso nel 1931. Ultimo restauro sarà quello del bassorilievo costituente il paliotto dell’altare opera di Nicolò Pinzolo e Giovanni da Pisa. Sulle volte e sulla parete nord si effettueranno proiezioni non invasive che riprodurranno le scene affrescate dal Mantegna.
La Cappella verrà riaperta il 16 settembre prossimo in concomitanza con la mostra “Andrea Mantegna a Padova 1445-1460” che si terrà ai Musei Civici agli Eremitani e che illustrerà il periodo trascorso nella città dall’artista, fondamentale per la sua formazione. Il Mantegna nato nei dintorni di Padova nel 1431 abitò e lavorò in città fino al 1460 trasferendosi poi a Mantova dove divenne pittore di corte dei Gonzaga creando due dei suoi maggiori capolavori: la “Camera degli Sposi” in Palazzo Ducale e “I Trionfi di Cesare” ora in Inghilterra. Morì a Mantova nel 1506 e sia in questa città che a Verona si terranno manifestazioni culturali collegate con la mostra di Padova.
I risultati del restauro e le relazioni sui lavori con un corredo di saggi storico- artistici verranno riuniti in apposito volume edito a cura di Skira.

Roberto Filippi