ARCHIVIO
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Tra Due Continenti
Claudia
Bellocchi
http://www.claudiabellocchi.it/
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BALLANDO PER I
DIRITTI NEL SUD DELLE AMERICHE Il 14 febbraio è stata lanciata liniziativa
One Billion rising da V-Day
organizzazione Ong fondata da Eve Ensler (drammaturga,
sceneggiatrice e regista statunitense) che opera in tutto
il mondo per promuovere la dignità della donna.
One Billion rising proprio questanno
coincide con il 15/o anniversario della nascita di V-Day
costituitasi, dopo che nel 1998 si promosse la diffusione
e la rappresentazione capillare dei "Monologhi della
vagina" della Ensler, come atto di protesta contro
la violenza sulle donne.
Liniziativa Flash mob One Billion rising
prende le mosse dalla statistica delle Nazioni Unite: una
donna su tre nel mondo subisce violenza di qualche tipo
almeno una volta nella vita. A questa statistica
agghiacciante, la Ensler reagisce con unincitazione:
Alzati, Danza che almeno un miliardo di
donne e coloro che le amano possano alzarsi e uscire in
strada e danzare contro la violenza sulle donne.
Come afferma Eve, infatti, la danza è tutto.
Quando si balla si prende spazio, si è autentici. Si è
nel proprio corpo. Si esprime sensualità. Si rompono le
regole. Si è vivi. Perché ballare è una esperienza
comune. Quando le vedo danzare (le donne del Congo), mi
pare come se tutto fosse possibile. Trasformano il dolore
in potere. Ho visto donne che hanno subito le peggiori
atrocità, le peggiori, ma quando ballano entrano in unaltra
energia. Entrano in un altro vigore. Non importa in quale
parte del pianeta sei, tutti possiamo fare parte di quel
miliardo in crescita.
Il successo di One Billion Rising esprime la voglia di
cambiare il paradigma: una manifestazione planetaria
promossa contro ogni forma di violenza sulle donne a cui
hanno aderito 202 Paesi, oltre a 5.000 associazioni,
innumerevoli Ong e istituzioni, perché "un miliardo
di donne stuprate sono un'atrocità, un miliardo di donne
che ballano sono una rivoluzione".
In America latina One Billion Rising è stato
reinterpretato con Un Billón de Pie Es
hora de ponerse de pie. No seas cómplice. Despierta.
Apoya. Actúa. (E ora di rialzarsi, non
essere complice. Svegliati. Supporta. Agisci).
Dei 4000 eventi organizzati in tutto il mondo, quasi 800
sono concentrati in America Latina, dove la
discriminazione della donna avviene dentro e fuori le
istituzioni e, se i Governi non riescono a prendere una
posizione forte contro questa violenza garantendo
sicurezza, essi stessi si rendono inevitabilmente
complici dei delitti perpetrati da altri.
Su questa linea, a La Paz (Baja California Sur) lex-deputata
federale Rosi Orozco, presidentessa delle Asociación
Civil Unidos Contra la Trata ha colto loccasione
delliniziativa Un Billón de Pie, per
responsabilizzare i legislatori locali allapprovazione
di leggi locali coerenti con la Ley General para
Prevenir, Sancionar y Erradicar los Delitos en Materia de
Trata de Personas y para la Protección y Asistencia a
las Víctimas.
Rosi Orozco in un discorso presso la Universidad
Autónoma de Baja California Sur (UABCS) ha sostenuto
coraggiosamente che la Baja California Sur (BCS) è uno
stato dove non è mai stata emessa una sentenza in
seguito alla tratta di persone. Proprio nel campo
della tratta di persone abbiamo una situazione dove
possono aver luogo impunità perché non ci sono leggi
approvate. Dunque possiamo fare molto, già che non ci
sono leggi contro la tratta delle persone, leggi di cui
si dovrebbe occupare per primo lo Stato.
Possiamo
creare uno strumento che, nel momento in cui la
Procuraduría General de la República (PGR) si metterà
al lavoro, non ci permetta di giungere davanti agli
accusati con un vuoto legale. Per i bambini e le bambine
e per tutte le persone che sono vittime della tratta [
]
La legge enfatizza il tema della prevenzione, per questo
uniniziativa come Un Millón de Pie è molto
importante per sensibilizzare sulla prevenzione. La
tratta delle persone ha le sue radici in aree di
vulnerabilità sociale, quelle con basso livello di
educazione, povertà, violenza familiare, corruzione,
estorsione, disoccupazione: situazioni di cui si
approfittano coloro che organizzano le tratte ingannando
le persone come nel caso di Lisset Soto Salinas,
scomparsa il 14 ottobre del 2010.
Solo in Messico ci sono circa 70 mila bambini e bambine
sfruttati sessualmente di questi circa 30 mila hanno dai
10 ai 14 anni di età.
Nel Salvador un uomo che assalta un autobus e ruba i
cellulari, i portafogli e gli anelli dei passeggeri
resterà in carcere più a lungo di chi ha venduto una
donna: il ladro rischia dai sei ai dieci anni di
reclusione, il trafficante di persone solo quattro anni.
Il Salvador ha inserito questo crimine nel suo codice
penale nel 2003 e la prima condanna è arrivata nel 2006.
In questi anni ci sono state altre 39 condanne, ma nel
settembre del 2011, con la creazione del consiglio
nazionale contro la tratta di esseri umani, la questione
ha ripreso forza.
Dal report del United Nations Office on Drugs and Crime
del 2011 risulta che le vittime della tratta sono circa
2,5 milioni e si calcola altresì che per ogni vittima
identificata ce ne sono altre 20 non identificate.
Dal 2006 il 66% delle vittime della tratta nellAmerica
latina è costituito da donne, il 13% da bambine, il 12%
da uomini, il 9% da bambini.
Il 63% dei 155 paesi e territori che ha ratificato il
Protocollo delle Nazioni Unite contro la tratta di
persone ha approvato leggi interne che sanzionano questo
delitto e il numero di paesi che ha promulgato leggi per
combattere la tratta di persone è raddoppiato tra il
2003 e il 2008.
Tuttavia tra il 2003 e il 2008, il 40% dei paesi con
leggi vigenti contro la tratta di persone non ha
registrato nessuna condanna per questo delitto.
Nel 2010 i principali paesi di destinazione per lo
sfruttamento sessuale delle vittime della tratta
provenienti dal Sudamerica sono Spagna, Italia,
Portogallo, Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria e
Svizzera.
Il giro di affari che è originato dalle tratte di
persone è pari a 1.3 miliardi di dollari. Il 49% è
generato nei paesi industrializzati caratterizzati per
essere la principale destinazione delle vittime che
provengono dal Latinoamerica.
Claudia
Bellocchi
Marzo 2013
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