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Tra Due Continenti
Claudia
Bellocchi
http://www.claudiabellocchi.it/
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BUENOS
AIRES HISPANOAMERICANA
In questo periodo natalizio il mio pensiero vola
verso il Museo di Arte Hispanoamericano Isaac Fernández
Blanco.
Ricordo che già nellentrare attraverso il portone
del Fernandez Blanco mi è sembrato come di passare in
uno stargate: la struttura dello splendido Palacio Noel
in stile neocoloniale aperto su una piazzetta alberata mi
ha accolto isolandomi dal rumore della calle
e, non so come, mi ha proiettato in uno stato di
coscienza nel quale quasi mi è sembrato di essere nella
medesima epoca in cui furono utilizzati gli oggetti di
oreficeria, i dipinti, le ceramiche e larte sacra
ospitati nella collezione permanente del museo.
Questa sensazione si è ripetuta ad ogni mia visita:
evidentemente latmosfera che avvolge il Fernandez
Blanco è densa della storia e dellenergia che
portano con sé tutti gli elementi della collezione.
Non voglio parlare dei dettagli relativi al patrimonio
del museo perché spero che il lettore abbia la
curiosità sufficiente per superare la pigrizia e
sperimentare e approfondire personalmente. Voglio parlare
invece dellincontro con quelle che sono le immagini
che evoco nella mia mente e, mi permetto di dire con un
pizzico di follia, gli esseri che accompagnano la mia
anima: Los Angeles Arcabuseros!
Questi dipinti incotrati nel Fernandez Blanco, mi hanno
tanto colpito da spingermi a viaggiare alla scoperta dei
luoghi del nord ovest argentino dove risiedono altre di
queste stupende opere della scuola Cuzqueña.
Los Angeles Arcabuseros mi danno una gioia che posso
giustificare razionalmente riferendomi alluniverso
simbolico che riflettono e cioè quello di un popolo che,
anche se sottomesso, si è andato passo passo liberando,
trasformando e rielaborando la cultura e la religione
imposta dal conquistatore, integrandola con le credenze e
gli usi della proprie radici storico-culturali: essi
conservano ancora lidentità originaria di un
popolo.
Questa realtà di trasformazione e integrazione di
culture può essere percepita in quasi tutta la
collezione del Fernandez Blanco, ma negli Angeles
Arcabuseros per me è particolarmente evidente: con la
loro rappresentazione la pittura indigena si è
allontanata dalliconografia e dai canoni stilistici
classici dei colonizzatori (inclusa la prospettiva!) per
giungere ad uno stile unico nel suo genere, frutto della
maggiore libertà di espressione lentamente conquistata.
Sì, i miei Angeli alati, vestiti con gli indumenti
dellepoca dai colori tanto unici nelle loro
sfumature cromatiche che quasi mi sembrano vivi! Si
percepisce inequivocabilmente il riflesso del territorio
in cui sono stati prodotti, in quanto i pigmenti sono
stati ricavati da minerali e vegetali autoctoni.
Che dire, io pittrice esulto nel mio cuore e posso
confessare sinceramente che quando si avvicina il Natale
e vado a visitare il Fernandez Blanco, incontrando alcuni
dei miei amici Angeli ed anche alcune Madonne,
sostituisco il ricordo natalizio del freddo e della neve
dellEuropa con il calore di Buenos Aires, e
rispondo al sorriso di questi esseri tanto spirituali
quanto terreni che mi guardano!
Vi Auguro un Felice Natale, accompagnadovi con le mie
immagini preferite.
.
Buenos
Aires, dicembre 2010
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