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Tra Due Continenti
Claudia
Bellocchi
http://www.claudiabellocchi.it/
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MANÌ,
NUEVA IMAGINACIÓN AL BARBARO
Lo Fundamental de nuestras coincidencias es la
convinción de que la única forma de aventurarse en el
arte es la de aventurarse en el hombre. Una Pintura con
seguro de vida nunca logrará ese fin
propuesto.
Noé, Deira, Macció, De la Vega. MNBA 1963
Ricordo esattamente lemozione che provai entrando
nel BarbarO: lo stupore e la voglia prorompente di essere
anchio più di sempre libera e autentica come
persona, cioè nelle mie opere.
LEuropa ha una storia e una cultura infinite e non
so perché, nonostante abbia letto e studiato e
conosciuto le opere di numerosi famosi artisti del mio
continente, ciò che modificò, o meglio mi diede la
coscienza di quanto già risiedeva dentro di me, e cioè
il mio modo di sentire e percepire, avvenne a Buenos
Aires.
Le opere dei pittori Noé, di Deira, di Macció e di De
la Vega squarciarono gli ultimi brandelli che mi
rimanevano di una estetica convenzionale e mi diedero il
coraggio di essere quale sono e il BarbarO (Bar o Bar) mi
accolse come pittrice.
Tutto si muove attraverso uno strano sincronismo che, se
sappiamo riconoscere, ci dà una sicurezza
nellincertezza totale della vita. Ci muoviamo senza
schemi, camminando incontro alla realizzazione del nostro
essere che non conosce un percorso tracciato ma riconosce
momenti fondamentali: intuizioni che ci riempiono di
luce, in un istante, e ci rimangono nella memoria come
rocce alle quali aggrapparci nel momento in cui
loblio rischia di dissolverci, vittime della nostra
temporanea finitudine.
Ed ecco nel mio cammino, e soprattutto in vari viaggi a
Buenos Aires, ho potuto conoscere le opere degli artisti
che appartengono a quella che qui chiamano Nueva
Figuración. Lascio descrivere a chi è più
preparato di me di che si tratta, ai curiosi consiglio di
navigare nel sito delle Belle Arti di Buenos Aires, in
quanto proprio in questo momento, tra le esposizioni
celebrative del Bicentenario, dopo una stupenda
monografica su Berni, è stata organizzata una
esposizione su questo esplosivo quartetto,
che fu protagonista di uno dei capitoli più
significativi della storia dellarte argentina della
seconda metà del XX secolo (parole testuali della
curatrice).
Anchessi cercarono di indagare
sullistituzione della pittura come ricerca di una
nuova immagine che rappresenti luomo ed il suo
contesto. Per spiegare meglio utilizzerò le parole di
Jorge De la Vega del 1963 e di Macció del 1991:
Quiero que mi obra choque con el espectador con la
misma intensidad con que chocan todas sus partes entre
sí por pequeñas que sean. Una ficha de nácar sobre una
mancha. El número junto a una piedra. Una bestia de
oropel. Una quimera de humo. Seres midiendose con el
vacío y un espejo para que se miren.
Voglio che la mia opera colpisca lo spettatore con
la stessa intensità con la quale si colpiscono tra loro
parti dentro di lui per quanto piccole siano. Una
tassello di madreperla sopra una macchia. Un numero unito
a una pietra. Una bestia orpello. Una chimera di fumo.
Esseri che si misurano con il vuoto e uno specchio
affinchè si guardino.
Retratos del hombre ¿pero cuál? De su rastro, de
su incógnita, de su horror, de su alegría, saliendo del
fondo de su alma de la noche del tiempo, imagen que
partiría de un oscuro núcleo (como el mismo arte) que
solo la pintura puede iluminar. Pintura como acción
irracional buscando la belleza (esa especie bárbara).
Vida y muerte de los estilos o posiciones visuales.
Rappresentazione delluomo, però quale? Della
sua origine, delle sue paure, della sua allegria, salendo
dal profondo della sua anima dalla notte dei tempi,
immagine che incomincia da un oscuro nucleo (come
nellarte) che solo la pittura può illuminare.
Pittura come azione irrazionale alla ricerca della
bellezza (questa cosa meravigliosa). Vita e Morte degli
stili e degli schemi visuali.
Nel 1969, stesso anno della mia nascita, in calle
Reconquista 874 Luis Felipe Noé fondò el Bar o Bar o
Bar Bar O dove si riuniva con il gruppo chiamato Nueva
Figuración perché, come Noé descrive,
lintenzione era di porsi davanti
allatto creativo in una attitudine totalmente
spregiudicata.
Nel 2003 nel mio primo viaggio a Buenos Aires, amici
argentini mi portarono al Barbaro che nel frattempo aveva
cambiato location trasferendosi in Tres sargentos 415.
La Magia che percepii era unica, e proprio al BarbarO
cominciai a sorprendermi e ad apprendere. Non ho mai
saputo descriverlo. E un vero e proprio luogo di
culto artistico ricco di sculture, quadri, pitture
realizzate sulle vetrate (che sono state dipinte da
Macció e Noé), sui soffitti dei bagni. Si possono
annoverare opere di Fontana, Libero Badi, Vicente Forte,
ogni dettaglio comprese le decorazioni è curato e non
casuale, si avverte chiramente. Ma allo stesso tempo è
un pub tranquillo dove tutti sono ben accetti, anche le
colombe che a volte fanno visita ai tavolini esterni al
bar. Tutti i sabato allora di pranzo molti pittori
continuano a riunirsi e a parlare di arte o ciarlare, a
litigare se si è bevuto un bicchiere di troppo. Al
BarbarO ho avuto il piacere di incontrare Macció.
Sfortunatamente non ho potuto conoscere De la Vega e
Deira che sono morti. Noé lho incontrato
successivamente quando festeggiò i 20 anni di
collaborazione con la galleria Rubbers.
Al BarbarO ho conosciuto per la prima volta, la
Nueva Figuración, sempre al BarbarO nel
2007, scoprii che già ero.
Nel 2007 ho incontrato Francisco, il proprietario del
BarbarO collezionista e pozzo di conoscenza, con lui si
può parlare (quando ti può concedere un pò di tempo)
di arte, di vita quotidiana, di business, di esoterismo e
di spiritualità: porta sempre con sè un libro di Osho.
Nello stesso 2007, sono stata invitata da Francisco a
partecipare, io unica italiana, al gruppo Manì
(Movimiento Artístico Nueva Imaginación). Dal BarbarO
cominciò la mia avventura artistica e personale a Buenos
Aires.
Buenos
Aires, ottobre 2010
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