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oltre l'arte 2008
Beni Culturali - Musei
Sommario




Museo STORICO delLE POSTE E DELLE TELECOMUNiCAZIONi

Viale Europa angolo via C.Colombo

Visita gratuita su appuntamento
Da lunedì a venerdì

Orario: 9,00/13,00

Tel. 06/54442361 - 54442045

www.bibliocomunicazioni.it/museo
www.comunicazioni.it/


 

IL POSTINO “SUONAVA” SEMPRE DUE VOLTE

La trasmissione di notizie è un’ esigenza che risale alla più remota antichità e fu risolta in origine affidando a viaggiatori messaggi verbali poi, dopo l’invenzione della scrittura, inviando comunicazioni scritte utilizzando mezzi diversi, per lo più di fortuna. Col tempo i sovrani dei vari regni crearono sistemi di comunicazioni, di norma per conto dello stato con messaggeri regolari; pare iniziassero i Cinesi, seguirono gli Egiziani, i Babilonesi, i Persiani. Si utilizzarono corrieri, segnalazioni con fuoco e fumo, piccioni. I Romani all’epoca imperiale costituirono un servizio chiamato “cursus publicus”, con regolari stazioni per il cambio dei cavalli chiamate “mansiones” , destinato al servizio di corrispondenza di stato tra Roma e le province; a volte con particolari autorizzazioni poterono servirsene anche i cittadini che generalmente utilizzavano servizi privati o viaggiatori occasionali. Con la fine dell’Impero anche il cursus publicus scomparve e per tutto il Medioevo si tornò alla situazione pre- romana servendosi per comunicare di corrieri, pellegrini, frati iteranti. Solo con l’affermarsi delle monarchie assolute cominciò la gestione di servizi postali all’inizio riservati al sovrano ma in seguito estesi anche ai privati; precursori furono il Regno di Francia e la Repubblica di Venezia. Nei territori dell’Impero Austriaco si distinsero in qualità di appaltatori del servizio postale le famiglie Torre e Tassi divenute poi la nobile stirpe dei Turm und Taxis. All’epoca il pagamento era a carico del destinatario il che comportava notevoli disguidi finché nel 1839 l’inglese Rowland Hill inventò il francobollo con pagamento a carico del mittente e affrancatura alla partenza. In Italia per parte dell’800 coesistettero vari sistemi finché con l’unità nazionale si costituirono le Regie Poste sotto la direzione di Giovanni Barbavara che creò un organismo di grande efficienza per l’epoca con l’apertura di numerosi uffici postali anche in sperdute località ed una capillare diffusione del servizio telegrafico basato su centinaia di chilometri di linee aeree e utilizzando il codice Morse; un esercito di postini recapitava con apprezzabile velocità la corrispondenza allora sotto molti aspetti socialmente più importante di quanto non sia ora, si trattava per lo più di lettere che erano l’unico mezzo di comunicazione mentre attualmente sono sostituite da telefoni, cellulari, fax, internet e le cassette postali traboccano solo di pubblicità, fatture, comunicazioni bancarie, richieste di sovvenzioni. Sin dall’inizio della costituzione delle Poste si cercò di non disperdere il materiale andato in disuso anzi lo si raccolse con cura e sin dalla fine ‘800 si organizzò un museo delle Poste e Telegrafi che peregrinò per locali di fortuna finché nel 1977 fu trasferito all’EUR nei locali del Ministero delle Comunicazioni e inaugurato nel 1982. Il Museo si articola in una serie di locali sotterranei in cui è ricostruita la storia del servizio postale, apre la rassegna una serie di cassette postale risalenti al tardo ‘600, segue la ricostruzione di un ufficio, arredato con originali mobili d’epoca del Ducato di Parma a metà ‘800. Molte vetrine sono dedicate agli antichi Stati Italiani con stampe, oggetti di corredo, timbri, targhe e perfino pistole di cui erano dotati i postini che operavano in zone insicure, altre riguardano l’inizio del servizio delle Regie Poste ed una la Posta Militare nella Grande Guerra con l’autografo della Canzone del Piave scritta da E.A. Mario paroliere, musicista e postino con il vero none, Giovanni Gaeta. Inizia ad apparire il progresso con telegrafi, telefoni, telescriventi fino a giungere ad apparecchi radio e televisori; un settore è dedicato a Marconi e alle sue esperienze con la ricostruzione, con le autentiche apparecchiature, della cabina del panfilo Elettra che fu sede di molte attività dello scienziato; un settore è dedicato alla filatelia con una ricca ed interessante raccolta di francobolli italiani. Come molti piccoli musei c’è la grande difficoltà di aggiornamento delle raccolte ma come al solito ostano problemi di spazio, fondi e personale. Per i visitatori di una certa età il Museo rievoca tempi lontani quando” il postino suonava due volte” ma ora a che servirebbe la doppia distribuzione giornaliera della posta? Non porterebbe più lettere attese ma soltanto altra cartaccia.

Roberto Filippi