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oltre l'arte 2007
Beni Culturali - Musei
Sommario




Bracciano (Roma)
Aeroporto di Vigna di Valle

Museo Storico dell'aEREONAUTICA Militare

Orario:
estate
dalle 9.30 alle 17.30
inverno
dalle 9.30 alle 16.30
lunedì chiuso

Informazioni:
Tel. 06/99887509
www.aeronautica.difesa.it

 


 


 


 



 



 

“GIRA GIRA L’ELICA, ROMBA IL MOTOR”

La Regia Aeronautica fu costituita il 28 marzo 1923 fondendo reparti aerei già appartenenti al Regio Esercito e alla Regia Marina; i primi velivoli furono assegnati intorno al 1910 e già l’anno seguente presero parte alla Guerra di Libia effettuando i primi bombardamenti della storia con “bombe a mano”, successivamente gli aeroplani a centinaia intervennero nella Prima Guerra Mondiale suddividendosi nelle varie specialità di caccia, bombardamento, ricognizione, trasporto. Numerosi piloti si distinsero e tra loro la M.O. Baracca che abbatté 34 aerei avversari cadendo in combattimento. Dopo la crisi del primo dopoguerra la Regia Aeronautica, ormai Forza Armata autonoma, si lanciò in una serie di spettacolari imprese aeronautiche per merito di piloti eccezionali quali De Pinedo, Ferrarin, Maddalena, De Bernardi, Agello e negli anni tra il 1926 e il 1933, quando fu Ministro Italo Balbo, organizzò le spettacolari crociere con flottiglie di idrovolanti S 55, la prima fino in Brasile e la seconda negli Stati Uniti, dando l’impressione ad italiani e stranieri di una Forza Armata capace e ben organizzata. In realtà dietro l’aspetto brillante vi erano gravi carenze: industria troppo suddivisa e poco aggiornata, scarsezza di risorse finanziarie, eccessivo numero di tipi d’aeroplano, addestramento insufficiente del personale navigante che privilegiava l’acrobazia e gli aspetti romantici del volo a scapito di quelli scientifici. Le campagne d’Abissinia e di Spagna aggravarono la situazione, nella prima, durissima logisticamente, non si ebbe opposizione in quanto gli Etiopici non avevano aerei, nella seconda ci furono scontri vivaci con piloti Spagnoli, Russi e delle Brigate Internazionali ma tutto sommato i piloti della Regia, travestiti da volontari franchisti, riuscirono ad imporsi anzi dettero anche troppa fiducia ai loro aerei biplano scartati ormai da tutte le aeronautiche straniere. Questa sopravalutazione fu duramente pagata nella II Guerra Mondiale che vide la Regia duramente impegnata su vari fronti in particolare Malta, Mediterraneo, Africa Settentrionale, di un certo impegno furono anche Russia e Grecia nonché il breve intervento nei cieli della Manica. Per oltre tre anni la Forza Armata perse uomini e mezzi senza opportuni rimpiazzi data la carenza industriale che non produceva aerei in numero sufficiente e la scarsa capacità del sistema addestrativo di sostituire il personale perduto. L’Armistizio dell’8 Settembre divise la Regia in Aeronautica cobelligerante al Sud e Aeronautica Repubblicana al Nord; in ambedue i campi gli uomini continuarono a combattere con onore ma con mezzi inadeguati e in condizioni oltremodo disagiate. Alla fine della guerra la Regia Aeronautica aveva perduto tanti uomini e gran parte degli aerei, con il 2 giugno 1946 perse anche il nome divenendo Aeronautica Militare. La ricostruzione fu all’inizio lenta ma con l’entrata dell’Italia nella Nato con il Mutual Defence Air Program si ebbe un forte afflusso di materiale statunitense che permise all’Aeronautica di raggiungere capacità operative di ottimo livello; standard che si sono mantenuti per decenni pur con sostituzione del materiale, ora a totale carico, finché la fine della Guerra Fredda e pressanti esigenze finanziarie hanno dato origine ad una forte contrazione della Forza Armata, della quale però viene comunque assicurata una completa efficienza, con grandi riduzioni di personale, di aerei, di aeroporti, di infrastrutture, di reparti. Comunque lo Stato Maggiore garantisce sempre spirito saldo e grande capacità operativa. Sin dall’inizio della sua storia nell’ambito della Forza Armata si è cercato di raccogliere e musealizzare il materiale dismesso e sono stati successivamente creati Musei a Caserta e poi a Torino. Solo nel 1977 si è però inaugurato nell’antico idroscalo di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, uno splendido Museo Storico che raccoglie moltissimi cimeli di oltre ottanta anni di storia. Purtroppo molto materiale è andato perduto sia per le vicende belliche sia perché per tanti anni non si è pensato di conservare qualche esemplare del tanto materiale, aereo e non, che veniva avviato alla demolizione per vetustà inoltre gli aerei, specie trasporti e bombardieri, sono di dimensioni rilevanti e di non facile conservazione. Il Museo è articolato su quattro hangar, uno preda di guerra austro-ungarica, due degli anni ’30 e l’ultimo molto recente, nei quali sono esposti decine di aerei, uniformi, cimeli, dipinti, modellini, manichini con uniformi, decorazioni. Il primo ospita aerei degli anni ’10 e della I Guerra Mondiale, il secondo i settori espositivi dei primati sportivi, delle Crociere Atlantiche, dei Voli Polari con il dirigibile di Nobile, della Guerra di Spagna, il terzo la II Guerra Mondiale ed il primo dopoguerra, l’ultimo aerei dagli anni ’50 a quasi i nostri giorni. E’ presente anche un ricchissimo Centro Documentazione intitolato ad Umberto Nobile. Per motivi di spazio non sono esposti gli aerei da trasporto usati negli ultimi cinquanta anni comunque la visita del Museo è un avvincente viaggio in meno di un secolo di storia che inizia con trabiccoli in legno e tela e termina con aviogetti che superano il muro del suono; il tutto in appena una manciata di decine d’anni. Uscendo, al cospetto del piacevole spettacolo delle acque del lago, ci si scopre a canticchiare “questa è la bella vita, la bella vita dell’aviator”.

Roberto Filippi