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Il Giardino perduto di Carlo Levi
Dal 19 marzo al 30 maggio 2025
Fondazione Carlo Levi
Via Ancona 21
Roma
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Levi e Martina:
un’amicizia pittorica
É sempre un’ottima opportunità quella di vedere le
opere di Carlo Levi. L’occasione avviene ora per i cinquant’anni dalla
scomparsa del conosciutissimo artista torinese.
Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, con la mostra ‘Omaggio a Carlo
Levi, l’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo’ sono
in esposizione oltre sessanta opere che provengono dalla Fondazione
Carlo Levi e dall’Archivio Piero Martina.
Si indaga così sul legame umano intercorso tra i due pittori torinesi,
Levi e Martina.
Indagine che mette a conoscenza la condivisione, per oltre tre decenni
di sodalizio attraverso la battaglia per un’arte europea, la dissidenza
nei confronti del fascismo e l’arrivo a Roma nel periodo post bellico.
L’esposizione viene arricchita, riguardo a Levi, dalla presenza di
diciannove dipinti inediti della collezione Angelina De Lipsis Spallone,
collezionista romana.
Un raffronto dei due pittori lo si può fare solo e unicamente per la
condivisione delle idee. Diversissimi fra loro, Levi dalla pennellata
morbida, materica e avvolgente dalla natura più sensuale, Martina dalla
stesura pittorica vagamente colorata e iridescente dove nasconde le cose
invece di rivelarle.
La mostra, suddivisa in sezioni, pone l’accento anche sulle
vicissitudini degli arresti di Carlo Levi, del confino in Lucania, del
suo andare e venire tra l’Italia e la Francia senza interrompere
occasioni di incontro con l’amico Martina.
Ed è proprio dal confino lucano, che cresce in Levi l’interesse ai temi
sociali, rappresentando la miseria dei contadini del sud Italia.
Rappresentazione che avviene attraverso una pittura robusta, densa e
ondosa, fluente ma comunque sempre materica.
La stagione dell’impegno civile prende forma dall’arrivo di Martina a
Roma per incontrare l’amico Levi residente fin dal 1945. Una fase di
consapevolezza nei due artisti sul ruolo degli intellettuali nei
confronti dei contadini e della classe operaia.
Pur avendo orizzonti simili: interesse per la natura, nudi, antiche
divinità, le loro ultime stagioni pittoriche, appaiono completamente
personali.
Interessante esposizione per chi lo vorrà..
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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