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IL MEDITERRANEO
fra tentazioni solitarie e progetti solidali

Autori: Agostino Spataro - Bichara Khader
Editore: Edizioni Associate, Roma, 1993
Pagg. 216
Prezzo: Lire 28.000

"Assisteremo all’irruzione del Mediterraneo in questa fine del XX secolo? Si, sembra suggerire tutta una pleiade di autori. Ma irruzione tempestosa dalle conseguenze imprevedibili, spesso descritte come apocalittiche. Perciò il Mediterraneo appare come una minaccia, un "mare instabile", un"mare di guai", in breve un "Mediterraneo amaro".

E gli autori enumerano tutti i fattori di conflagrazione, se non di deflagrazione, che qui sono riuniti: l’esplosione demografica, l’integralismo musulmano, il terrorismo, l’immigrazione, il conflitto arabo-israeliano e la trentina di altri conflitti aperti o latenti, il sottosviluppo, l’esaurimento delle risorse idriche, l’erosione del suolo e le tensioni economiche. Passa sempre sotto silenzio la rivalità est-ovest per obbligo di distensione.

Tanti fattori d’instabilità in un mare semichiuso non possono che alimentare le paure e le angoscie sulle due rive, soprattutto in quella più garantita.

Nella sua dotta opera, Francois Puaux lo riconosce senza giri di parole"il vecchio mare latino, culla della nostra civiltà, è in realtà un luogo di contraddizioni religiose, sociali e territoriali, il ridotto di conflitti multipli per lungo tempo insoluti". Il Mediterraneo, senza più autonomia, è divenuto una posta strategica importante. Lo si può verificare nel corso della sua storia.

Il Mediterraneo unisce alle sue caratteristiche marine generali (spazio, mobilità, flessibilità d’impiego) il vantaggio particolare di una posizione unica e privilegiata al punto d’intersezione di tre continenti (Asia, Africa, Europa), all’incrocio di due assi (est-ovest e nord-sud) e come tratto di unione fra due Oceani (Atlantico e Indiano) e culla di tre religioni monoteiste.

Ancora. Attraverso il Mediterraneo si svolge 1/6 del traffico marittimo mondiale e 1/3 del traffico petrolifero mondiale (per un approfondimento vedere i dati riportati nella prima parte di questo libro).

Da questa arteria dipendono, in gran parte, l’economia e la sicurezza degli abitanti dei paesi rivieraschi.

Ma questo mare semichiuso non è un mare come un altro; esso è –rileva Fernand Braudel - un"complesso di mari: di mari ingombri d’isole, intersecati da penisole, circondati da coste frastagliate. La sua vita è intimamente legata a quella della terra, la sua storia non può essere dissociata dal mondo terrestre che lo circonda".

 



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