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Il racconto dei racconti
Tale of Tales

Un film di Matteo Garrone
Con Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini, Laura Pizzirani, Franco Pistoni, Giselda Volodi, Giuseppina Cervizzi, Jessie Cave, Toby Jones, Bebe Cave, Guillaume Delaunay, Eric MacLennan, Nicola Sloane, Vincenzo Nemolato, Giulio Beranek, Davide Campagna, Vincent Cassel, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Stacy Martin, Kathryn Hunter, Ryan McParland, Kenneth Collard, Renato Scarpa
Fantasy, Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
Italia, Francia, Gran Bretagna 2015.
01 Distribution

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Il Racconto dei Racconti

Matteo Garrone, altro talento italico della nostra ultima fortunata covata, insieme all’ormai celebrato Sorrentino, al napoletano Martone e pochi altri battaglieri “sudisti”, si lancia con “Il Racconto dei racconti” nell’Olimpo grottesco e crudele delle arcaiche fiabe seicentesche dello “Cunto delli cunti” del Basile, curioso genio di certo cupo barocchismo. E cupe, tetre, feroci fino all’orrido sono per tradizione le antiche fiabe nostre, fatte più per terrorizzare i piccini che per indurli al sonno. Orchi, mostri, draghi, antropofagi, tiranni, streghe e quant’altri ha accumulato nei secoli l’immaginario collettivo di remote civiltà annichilite dallo sgomento del delitto e della morte.
Il grande, indimenticabile, Francesco Rosi (altro uomo del sud!) col suo “C’era una volta” si era già tuffato con affetto nelle memorie della favolistica delle antiche novelle, ma l’aveva fatto con lo spirito e la grazia del geniale umorista, risparmiando come un nonno gentile gli orrori ai nipotini e gratificandoli del rassicurante:”. E vissero felici e contenti”. Garrone non ha pietà per i bimbi buoni, si rivolge agli adulti e alle loro paure nascoste. Nulla ci viene risparmiato, la galleria degli orrori è lunga e tenebrosa, ma i colori, le luci, le tenebre, cielo e terra, tutto è svelato con mano geniale, da pittore “maledetto”, curioso di anatomizzare pur i più fetidi cadaveri. Giù nella terra grassa fremono gli istinti più atroci:vanità, follia, orgoglio, i soprusi dei potenti, più sù, nell’aria di nuovo chiara e innocente di infantili aurore, si specchia come il risveglio d’un fanciullo dai suoi incubi notturni.
Le fiabe di Garrone, a dirla tutta, ci han preso e convinto nonostante a Cannes fossero in seconda fila rispetto all’attesissimo “la Giovinezza” di Sorrentino, un’opera levigatissima di sontuose citazioni filosofiche, in una specie di autocelebrazione molto compiaciuta, troppo compiaciuta di sé….

Luigi M. Bruno