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oltre l'arte
settembre - dicembre 2000
Beni Culturali - Società
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La Bottega del Misantropo
di Luigi M. Bruno





GIUNGLE & SERPENTI

Nonni che stuprano nipotine, tredicenni che sgozzano per una gazzosa, tranquilli pensionati che s’improvvisano torturatori, famiglie massacrate per un libretto di risparmio, grigi borghesucci che organizzano "scambi" di coniuge ed ammucchiate, neonati buttati nelle pattumiere… E poi il naturale contorno delle nostre società felicemente "liberiste": foreste di arrampicatori ed arrampicatrici cinici e crudeli. Unico credo la forsennata rincorsa ai soldi, al potere, alla violenza; essere squali e serpenti (o almeno scorpioni) in una giungla che si disfa in putredine. Sopravvivere con la logica della sopraffazione, gabellare cialtronerie e venderle per oro zecchino. Una cultura senza ideali, fatta di ipocriti "magliari". Un mondo di saltimbanchi, ruffiani, prevaricatori, divoratori. Nulla più conta e nulla più vale. Si vende tutto: dalle mutande della figlia alle ossa dei vecchi, dai rantoli degli agonizzanti agli organi dei bambini. Gli affari sono affari! Tutto è in vendita, ma la merce è scadente. E’ un enorme mercato delle pulci dove stracci e sporcizia morale fermentano al sole. E sulla terra inaridita e confusa rigurgita il verminaio di antiche barbarie, fanatismi, intolleranze, ritualità brutali e primitive: sono le nuove divinità riconosciute, idoli odiosi senza misericordia. Punti di riferimento pochi e quei pochi confusi, contraddittori, ambigui. Può essere una bandiera un calciatore, un cantante rock, un "faccendiere" di successo? Gli ideali traditi, ridicolizzati, non sono più moneta corrente, sono inutili pensionati che nessuno saluta più, nemmeno buoni a far da cornice. Pazienza, tolleranza, cortesia, sono muffiti quadretti da salotto: si travalica, si scavalca, si sopraffà; chi urla più forte detiene la ragione massima, fior di contesse e magnati della cultura sbraitano come "vaiasse" e carrettieri. Su tutto, su tutti, ricchi poveri belli o brutti, la parola d’ordine è trasgredire. Andar contro, la vecchia avanguardia di fossili rivoluzioni culturali, in pasto da anni all’omologazione più sfrenata, sbavata e cincischiata dalla mediocrità più abietta, vive ingloriosamente la sua piatta traduzione di massa: oggetti e gesti che dovrebbero definirsi alternativi o "controcorrente" sono invece la nauseante corrente in cui annega ogni riferimento ad una effettiva trasgressione. Così se ognuno indossa il berretto con la visiera sulla nuca che valore ha più il gesto in sé? Così la peste della violenza, marchio ieri di reietti pazzi e criminali oggi, serpente insinuante che striscia dovunque, seduce e contamina tutti: ultima possibilità di uscire dal branco, di distinguersi. La bravata di una volta diventa spesso brutalità, sevizie, omicidio: è la catastrofe globale, è il suicidio in massa di un’intera società che annega nella dipendenza, nell’abitudine all’orrore. Gli eroi di questa umanità sono i cavalieri dell’Apocalisse, i "serial killer", gli antropofagi, i "mostri" che diventano sempre più frequenti. Dall’infierire dei potenti, alla corruzione come norma, ai "piccoli" che imparano a sbranare. Diceva il piccolo Gramsci: "La crisi insiste sul fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere; in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati." Tempi di transizione, tempi di confusione. Quanto cammineremo ancora lungo questo oscuro e fetido labirinto, strisciando e tremando, prima di ritrovarci all’aperto?

Luigi M. Bruno
da ORIZZONTI
Rubrica: La Bottega del Misantropo