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                LAURA FORLANI CUGIANIBreve Nota
                Biografica Nata a Roma il 
                7 settembre 1965. Si è diplomata nel 1987 all’Accademia di Belle 
                Arti di Roma nel corso di pittura del Prof. Turchiaro, seguendo 
                il corso di incisione tenuto dal Prof. Gambino.Nel 1984 ha frequenta l’Atelier del maestro pittore-incisore 
                Giampaolo Berto.
 Ha lavorato e vissuto a Roma, dove ha concluso la vita nel 2006.
 Ha realizzato diversi allestimenti scenici per il teatro e 
                scenografie cinematografiche.
 Il suo lavoro ha riguardato la pittura e l’incisione. Dal 1984 
                partecipa a varie collettive in Italia e all’estero.
 
 Alcune esposizioni:
 
 Torino, maggio 1989
 Personale - Galleria Zenit Deposito d’Arte
 IV Rassegna di giovani artisti - Arci Nova.
 
 Monza, maggio 1989
 Collettiva - Villa Reale
 XIV Premio Arti plastiche e figurative per giovani artisti - 
                Comune di Monza.
 
 Roma, giugno 1989
 Collettiva - Complesso Monumentale di S. Michele
 «Accademia Europa» Tendenze Artistiche Europee degli anni ‘90 - 
                Ass. Culturale Sibelius 2000 Beni Culturali.
 
 1990
 Palermo
 Galleria Flaccovio
 Presentazione di Gianleonardo Latini
 Personale
 
 1991
 Roma - Galleria Centro di Sarro - Personale
 presentazione di Federica Di Castro
 
 Roma - Galleria Sala 1 - Collettiva
 Excursus d’arte , a cura di Gianleonardo Latini
 presentazione di Ludovico Pratesi in catalogo
 
 1992
 Apricena - Simposio Internazionale dl Scultura - 2 premio
 
 Arezzo - Galleria Marsillo Margiacchi - Collettiva
 
 Arezzo - Galleria Graziella Marlottini - Colettiva
 
 1993
 Bologna - Galleria Dina Carola di Napoli - Artefiera
 
 Imperia - Galleria Bajazzo - Architettura e Natura - Collettiva
 
 Lubiana - XX Biennale Internazionale d’Arte Grafica
 
 1994
 Firenze - Teatro Studio di Scandicci - Personale
 
 1995
 Roma - Spazio Arte S.p.a.c.c. - Personale
 
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      Breve Nota
                Critica 
                Nella grafica, come nella pittura, la giovane 
                romana lavora su forme esili e fluttuanti trattate con segno 
                deciso, costruendo architettonicamente lo spazio dove 
                concretizza una sua idea d’incompiuto, sovrapposta ad una 
                visione Rinascimentale della figura.Un incompiuto finale per lavorare in precario equilibrio sul 
                labile confine che divide l’iconografia dall’informale, 
                coniugando la rappresentazione alla comunicazione emozionale.
 Giovani e freschi lavori carichi di simbolismi e reminescenze, 
                incisivi nei piccoli formati, più evanescenti nelle ampie 
                dimensioni; dilatando con il campo d’opera anche le forme.
 Una ricerca, quella di Laura Forlani, che spazia dall’inferno 
                all’altare, dal mistico al materialistico, per comunicare una 
                sensazione estetico-emotiva; tessendo dei racconti grafici 
                semplici per il contenuto apparente, ma complessi più ci si 
                addentra nei meandri dei segni, seguendo le curvi-linee strade 
                del figurativo, cercando di risalire alla fonte.
 Un viaggio che conduce, con alcuni sbandamenti creativi 
                d’impetuosità, all’essenziale; verso l’inizio del tratto in una 
                ricerca di gusto conradiano dell’essenza con un’appropriata 
                tecnica nell’utilizzare i vari strumenti dell’incisione.
 Un «cuore di tenebra» nel suo risalire verso fonti dimenticate 
                dell’ispirazione, un antro da alchimista intento a mescolare 
                empiricamente e sapientemente il tratto.
 Un lavoro supplementare, parallelo e complementare, quello 
                dell’incisione, alla sua ricerca pittorica.
 Un immaginario incompiuto nella sua realtà di trasformare 
                l’idilliaco in un tormento dell’anima.
 Gianleonardo Latinidalla presentazione della mostra
 presso la Galleria Flaccovio a Palermo
 Il lavoro 
                artistico di Laura Forlani si inserisce a pieno titolo nella 
                tradizione di un informale dalle valenze tipicamente romane che 
                ha avuto la sua consacrazione con gli artisti della “Nuova 
                Scuola Romana”. Una pittura ricca di valenze simboliche, sospese 
                tra l’enfasi della materia e l’estasi spirituale del segno, che 
                si condensa per dare vita a sagome misteriose capaci di 
                “abitare” l’opera per infonderle una forza sommessa ma 
                significante. Ludovico Pratesipresentazione per la mostra
 Excursus
 
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