CONTEMPORANEA
Arte e Artisti a Roma

Sezione Arte: INSTALLAZIONI

CARLO BERNARDINI

Breve Nota Biografica

CARLO BERNARDINI è nato a Viterbo nel 1966. Vive e lavora a Roma e Viterbo. Si e` diplomato nel 1987 all'Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1997 ha pubblicato il saggio teorico sulla "Divisione dell'unità visiva" edito da Stampa Alternativa. Ha vinto per 2 volte nel 2000 e nel 2005 il premio "Overseas Grantee" della Pollock Krasner Foundation di New York, e nel 2002 il premio Targetti Art Light Collection “White Sculpture”. Attualmente insegna presso l'Accademia di Belle Arti di “Brera” a Milano.
L'attenzione di Carlo Bernardini è rivolta al rapporto dialettico tra la linea e il monocromo, quali momenti diversificati della concezione raffigurativa spazio-luce. Il meticoloso percorso di astrazione è una graduale ricerca sull'elemento della linea per conquistarne l'essenza, quasi un voler tracciare l'invisibile. La sua ricerca visiva s’incentra oggi sul concetto di trasformazione percettiva dello spazio attraverso opere tese fra dimensione scultorea ed installativa. Le installazioni ambientali, realizzate con fibre ottiche e superfici elettro-luminescenti creano uno spazio di luce architettonico mentale, incorporeo ma visibile, che cambia totalmente la funzione e la struttura dell’ambiente reale. La luce crea un disegno nello spazio, un disegno che cambia secondo i punti di vista e secondo gli spostamenti dello spettatore, che si trova a vivere dentro l’opera. Ha realizzato sculture pubbliche permanenti in acciaio inox e fibre ottiche in diverse città italiane, nel 2003 le grandi sculture presentate temporaneamente a Roma in Piazza del Campidoglio per il Semestre di presidenza italiana nell’Unione Europea, grandi installazioni ambientali in fibre ottiche in esterno come a Reggio Emilia ai Chiostri di S.Domenico in occasione della mostra "2000 Anni Luce", a Padova in via Fiume ad angolo con il Palazzo della Ragione per "Accordi di Luce" e ad Ancona in Piazza Cavour per “Luci di Ancona”. Le sue mostre personali recenti sono state nel 1998 "Accordi di Luce" Galleria Nazionale della Pilotta, Parma; 1999 Galleria Spaziotemporaneo, Milano; Museo Laboratorio di Arte Contemporanea Università "La Sapienza" Roma; "Light" Galeria Arsenal, Bialystok (Poland); 2000 Galleria L'Isola, Trento; 2001 Galleria Fioretto, Padova; 2002 Sculpture Space, Utica, New York; 2003 Galleria del Naviglio, Milano; Galleria Spaziotemporaneo, Milano; 2004 Museo Passo Imperiale, “Espaço permeável 2004”, Rio De Janeiro; Galleria Milano, Milano; Galleria Bruna Soletti, Milano; Galleria Spazia, Bologna; 2005, Galleria Les Chances de l’Art, Bolzano; Il Sole Arte Contemporanea, Roma; Velan Centro Arte Contemporanea, Torino. Frà le principali mostre collettive si ricordano nel 1992 "Giovani Artisti a Roma 4", Palazzo delle Esposizioni, Roma; nel 1996 la partecipazione alla XII Quadriennale di Roma, Italia 1950 - 1990 "Ultime Generazioni", Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1997 "Arte a Roma" Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma; 1998 "Nuove Contaminazioni" Galleria d'Arte Moderna, Udine; 1999 "Translacje" Collection De La Fin Du Siecle, Piotrkow Trybunalsky (Poland); 2000 "2000 Anni Luce" Galleria Parmiggiani, Reggio Emilia; "Thai - Italian Art Space 2000" Art Gallery Silpakorn University, Bangkok; 2001"Oriente d'Occidente" Museo Nazionale d'Arte Orientale, Roma; "Glimmers" Inner Spaces Multimedia, Poznan (Poland); “InPressione” Bovisa, Officine del gas AEM, Milano; 2002 “Light Accords-East of West” Nacional Gallery of Contemporary Art, Bangkok; XX Triennale di Milano, “Le città In/visibili”, Palazzo della Triennale, Milano; 2003 “Targetti Art Light Collection” Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia, Chelsea Art Museum, New York; “Anteprima” XIV Quadriennale Nazionale d’Arte, Palazzo Reale, Napoli; “Enter Invito al Futuro” Premio Casoli - Galleria Spazia, Bologna; 2004 Barbara Behan Gallery, Londra; “Lumen” Galleria Fioretto, Padova; 2005 “FiloLuce” Museo della Permanente, Milano; “Fontana e la sua eredità” Palazzo Pirocchi, Castelbasso (TE); “56° Premio Michetti” Museo Michetti, Francavilla al mare (CH); Sculpture Now, “Sculpture in the Public Arena 2005/06”, Main Street, Great Barrington, (Massachusetts); 2006 “Filophilo”, Comune di Montrouge, Parigi.

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Breve Nota Critica

Le condizioni implicite nel lavoro strutturale luminoso di Bernardini
di Enrico Crispolti

“Bernardini parte da una ipotesi di possibilità dinamicamente ordinativa, di costruzione di una ipotesi di modificazione nella determinazione d’un percorso di strutturazione d’una volumetria virtuale. Agisce infatti a dimensione ambientale in costruzioni di trame strutturali luminose che offrono eventualità diverse di ordinamento dinamico dello spazio, in altre angolazioni, direi anzi in altre triangolazioni e prospettive.
Attraverso quel nuovo ordine strutturale dinamico Bernardini opera una spettacolarizzazione di altre possibili e praticabili virtualità spaziali, d’una diversa possibile condizione della spazialità ambientale; disegnandole acutamente quanto sottilmente nello spazio dato attraverso un rettilineo segno-luce. Costruisce così entità formali spaziali virtuali nuove; costruisce infatti ulteriori possibili condizioni ambientali alternative sia in interno, come nella XX Triennale di Milano, nel 2002, o nel Museo Passo Imperiale, a Rio de Janeiro, o nel 2003 in Spazio Como; sia in esterno, come a Reggio Emilia, nei Chiostri di San Domenico, nel 1999, o come a Padova, di fronte al Palazzo della Ragione, nel 2000; e tali entità formali spaziali tramuta appunto in costruzione plastica virtuale configurata da trame lineari luminose ordine nello spazio.
Nel suo lavoro si aprono così due prospettive operative, in ambedue le quali Bernardini si è impegnato in questi ultimi anni.
La prima appunto una possibilità, di volta in volta, di costituzione ambientale nuova, divergendo e trasformando la statica apprensione dello spazio ambientale dato attraverso l’inserimento sottilmente perentorio di una struttura virtuale lineare luminosa, intimamente dinamica nei rimandi delle proprie interne molteplici triangolazioni prospettiche; direi del percorso complesso del proprio interno racconto di commisurazioni geometriche spaziali. Attraverso la quale struttura virtuale lineare luminosa si aprono evidentemente anche possibilità nuove di presenza collaborativa con l’ambito specifico della progettualità architettonica, in un possibile rimpiazzamento di coordinate spaziali ambientali, più dinamiche, più problematiche, anche più interrogative, pur entro la loro capacità assertiva. Sono appunto trame in spazi esterni, a costruirvi nuove eventualità strutturali virtuali.
La seconda, una pratica nuova di installazioni plastiche, di sculture luminose, pure di fondamentale riscontro ambientale. E la rappresentano le sue singolari “scultureinstallazioni”, che si pongono nello spazio come entità strutturali rigorose, ove spesso un elemento metallico evidentemente altrettanto rettilineo gioca un ruolo strettamente dialogico con trame strutturali luminose, risolte appunto in tese fibre ottiche. Se la trama strutturale lineare luminosa ambientale tende a costruire una diversità ambientale in atto, la struttura plastica delle sue “scultureinstallazioni” circoscrive all’ interno di queste una microsituazione ambientale virtuale costituita appunto dalle componenti strutturali, sia luminose, sia di trama metallica.
E in quest’ambito, a suo modo, Bernardini porta ulteriormente avanti il discorso, essenziale per un aspetto della ricerca sviluppata originalmente in particolare dalla plastica del secondo Novecento e oltre, di una liberazione della progettualità plastica dalle tradizionali condizioni in particolare di ponderalità volumetrica (partecipata peraltro pionieristicamente dallo stesso Fontana già in un momento della sua ricerca negli anni Trenta; e altrimenti, già allora, anche da Alexander Calder). Operando infatti Bernardini in termini di permeabilità e dunque di dialettica spaziale ravvicinata; costruendo trame lineari spaziali, anziché volumetrie plastiche.
Che rapporto corre, nel quadro dei suoi “luminosistemi”, fra le costruzioni virtuali luminose ambientali e le sue “scultureinstallazioni”? Certamente, credo, queste ultime non si svilupperanno in senso oggettuale quanto appunto in senso installativo: e non potrebbero allora diventare, persino a livello ambientale urbano, qualcosa come grandi strutture ambientali? Intendo dire, un po’ come ne aveva immaginate negli anni Cinquanta, a Parigi, un Nicolas Schoeffer, in termini di costruzioni formali fortemente strutturate ma la cui vita era affidata proprio ad una dinamica proiettiva luminosa; progettando esiti di forte presenza nello sky-line urbano.
E’ un interrogativo che il lavoro attuale di Bernardini lascia proficuamente aperto”.

(Tratto dalla presentazione in catalogo della personale presso la Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Dicembre/Gennaio 2005/06 Ed. Il Sole Arte Contemporanea).

www.carlobernardini.it

 

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